Lo scopo di questo blog


Fare bene due cose contemporaneamente, è difficile. In Politica, ancora di più.
Chi è stato eletto ad una carica, non deve ricoprirne altre, ma portare a termine la prima nel modo migliore.
Questo Blog è nato per segnalare tutti quei casi di politici italiani che ricoprono doppi incarichi (elettivi o di nomina politica), o che abbandonano la posizione per cui sono stati eletti per candidarsi ad un'altra (Rispetto del Mandato), o che si candidano contemporaneamente a piu' cariche, per scegliere la piu' conveniente.
Per ciascuno di questi politici cerchiamo di fornire tutti i riferirmenti ed i contatti, invitandovi a scrivergli per convincerli a comportarsi correttamente verso i propri elettori, anche se la legge, a volte, non lo impone.
In sezioni dedicate del Blog vi daremo tutti gli aggiornamenti e le risposte dei politici interpellati.
Partecipate! fate sentire la vostra voce!

domenica 27 ottobre 2013

Prendiamo il PD, per esempio ...

Sono giorni di grande attività e agitazione, questi, nel panorama della politica italiana: partiti vecchi rispolverati e presentati come nuovi, partiti nuovi che si frantumano come i vecchi, partiti vecchi e nuovi che si reinventano, come sempre.
Nessuno, pero', cerca veramente di capire quale sia il problema principe, la ragione prima per cui la partitocrazia italiana rimane, nonostante le apparenze, sempre uguale a se stessa: la mancanza di una legge che regoli i partiti, che dica cosa si può e cosa non si può fare. Di conseguenza, vecchi vizi vengono perpetuati anche dai nuovi partiti, nonostante cambino nome o ridipingano la facciata.
Vi raccontiamo oggi un esempio che è sotto gli occhi di tutti, preso dagli avvenimenti politici di questi giorni: le votazioni per il segretario provinciale milanese del PD, anche per aggiornare quanto scritto nel post qui sotto, datato ormai alcune settimane fa.
Ma veniamo ai fatti. Le regole sono chiare: 4 candidati su 13 collegi, si elegge il segretario provinciale ed una assemblea che sarà fatta di 150 persone (???). Ogni candidato presenta in ogni collegio una lista bloccata di 12 persone, da cui saranno poi scelti gli eletti all'assemblea.
Ora, si tratta di un'operazione tutta interna al PD, infatti possono votare solo gli iscritti. La buona Politica che noi auspichiamo richiede che chi ha responsabilità istituzionali, si astenga dal ricoprire ruoli di rilievo all'interno del partito e viceversa. Il principio dovrebbe essere noto, ne abbiamo già scritto in precedenti post, che potete trovare più in basso.
Abbiamo voluto dare un'occhiata, giusto per vedere la situazione, senza approfondire molto, vista anche la quantità enorme di candidati (4 + 624). Percio' abbiamo considerato solo i capilista di ogni collegio per ogni candidato, in totale 52 persone, più i 4 possibili segretari.
I risultati non sono molto confortanti, come del resto ci aspettavamo, già ad iniziare dai magnifici 4: un consigliere regionale, un consigliere comunale di Milano (ed anche presidente di commissione), un consigliere comunale di Opera (MI). L'ultimo è solo il primo dei non eletti in Regione, quindi probabile consigliere, in caso di rinuncia di qualcuno prima di lui.
Tra i 52 capilista (che molto verosimilmente entreranno tutti a far parte dell'assemblea provinciale) la situazione non è migliore. Abbiamo trovato 4 tra Deputati e Senatori, 5 sindaci, 3 assessori comunali, 2 consiglieri regionali, 1 consigliere provinciale e ben 17 tra consiglieri comunali e consiglieri di zona: totale 32 su un totale di 52, pari al 61%.
Come si vede, il malcostume di scegliere i quadri del partito tra gli eletti alle istituzioni dilaga ormai come una epidemia, anche tra chi a parole dichiara di voler cambiare questa Politica malata. A parole, appunto.

lunedì 23 settembre 2013

Il 'rispetto del mandato', questo sconosciuto

Riportiamo il contributo di Pino Polistena, come inserito nel gruppo Facebook "Il rispetto del mandato", perchè è un tema strettamente legato ai doppi incarichi ed alla conseguente qualità della Politica che auspichiamo.
Ogni commento è benvenuto.

"Vorrei sottolineare la difficoltà culturale della nostra proposta (il rispetto del mandato), il fatto cioè che nonostante la dimostrazione delle conseguenze di tale pratica, non entra nella cultura della gente e dei partiti e lo vorrei fare non in maniera astratta, ma con un esempio concreto.
Il PD deve scegliere il suo segretario provinciale (Milano): volete sapere chi sono i nominativi? eccoli!

Alessandro Alfieri - Capogruppo PD in regione

Roberto Cornelli - Sindaco di Cormano
Carlo Monguzzi - ex verde 15 anni in regione e consigliere comunale a Milano

Come si vede, la grande partecipazione civile nel PD riesce a sfornare solo persone che hanno incarichi istituzionali e quindi un altro mandato rispetto a quello per cui "corrono". Che al PD il rispetto del mandato non interessi nulla lo sappiamo da sempre e specialmente dal caso Renzi, il sindaco di Firenze che non è mai a Firenze. E siccome il "disgraziato successo" interessa sempre il nostro paese, può essere che avremo Renzi come presidente. Il PD sarà contento di "asfaltare" gli avversari, il Paese dovrà prepararsi a gravissime crisi nel periodo medio-lungo.


Come vedete tra una destra becera e una simile sinistra non ci sono le condizioni per svolgere una normale dialettica politica.
Pino Polistena

martedì 13 agosto 2013

Partito e Istituzione: paghi uno e prendi due

La gravitá della situazione, almeno nella percezione dei cittadini, viene determinata, quasi sempre, dai titoli dei giornali e, forse di piú, dei telegiornali.
É naturale perció che quasi nessuno, se non per una propria sensibilitá e ricerca personale, presti attenzione ai fenomeni ed ai comportamenti che sono oggetto di questo blog: il cumulo di incarichi.
Rimanendo quindi sempre in questo ambito, vogliamo oggi concentrare l'attenzione dei lettori su di un'altra anomalia del sistema politico nazionale: il doppio ruolo di alcune persone in ambito istituzionale e in ambito, per cosí dire, particolare. Ci riferiamo a quei casi di sovrapposizione di incarichi elettivi istituzionali, come la presidenza di una regione, e il contemporaneo ruolo di leader o esponente di maggior rilievo di una parte, o meglio, di un partito.
Esistono un paio di casi, noti a tutti, che ben rappresentano questa anomalia: la presidenza della regione Lombardia, a cui é stato eletto nel febbraio scorso Roberto Maroni, segretario politico della Lega Nord, e la presidenza della regione Puglia, posizione ricoperta, giá per il secondo mandato, da Nichi Vendola, numero uno di SEL.
Come é evidente, in questi due casi il problema non é legato a doppie retribuzioni, e quindi costi, per la finanze pubbliche, ma semplicemente al fatto che il maggior esponente di una "parte" é contemporaneamente il maggior responsabile di una "istituzione" e cioé di un qualcosa che appartiene a tutti. La contraddizione é evidente, stante il fatto che lo sdoppiamento di personalitá é ancora ritenuto una forma patologica.
Mi rendo conto come, per molti, questa sovrapposizione di incarichi non sia un'anomalia, anzi, é il modo migliore e piú normale nel quale un partito si impegna nella contesa elettorale per una posizione di rilievo, mettendo in gioco il proprio piú alto dirigente. Ciononostante, noi siamo convinti che proprio la necessaria separazione che deve esistere tra "partito" e "istituzione", per il loro compito ontologicamente distinto, richieda una altrettanto netta separazione di ruoli all'interno del partito e all'interno delle istituzioni.
Naturalmente, ció non significa che il leader di un partito non possa candidarsi ad una carica istituzionale, ma nel momento in cui decide di impegnarsi in tale avventura, deve rimettere il mandato di capo partito, per poter dare le minime garanzie di dedicarsi al nuovo impegno, in caso di vittoria, con la necessaria dedizione. Non basta piú, perció, affermare, al momento dell'elezione, che ci si impegnerá ad essere "il presidente di tutti" o "il sindaco di tutti". La "nuova politica" richiede di dare vero contenuto a questa affermazione ormai divenuta di rito, ma quasi sempre completamente disattesa nei fatti.
Non ci aspettiamo rivoluzioni nei comportamenti dei politici, dopo questa nostra presa di posizione, ma nel nostro piccolo ci piacerebbe che questa proposta suscitasse qualche riflessione, almeno in quelle forze politiche che proprio in questi giorni dibattono su coincidenza o separazione del ruolo di segretario e di premier del governo.
Per poter continuare a sperare che una Politica migliore sia ancora possibile.

sabato 27 luglio 2013

Da Fabrizio Barca un questionario contro le doppie poltrone

Credo sia dai tempi delle prime assemblee nazionali dei Verdi, datate circa 25 anni fa, che certe tesi non si sentono piú pronunciare in ambito politico. E' perció una soddisfazione citare l'intervento di Fabrizio Barca che ripropone, negli impegni da lui richiesti al prossimo segretario del suo partito, la questione della separazione netta tra partito e istituzioni, di incompatibilitá assoluta tra ruoli in uno e nell'altro di questi ambiti cosí diversi.
Perché se "partito" contiene nella sua stessa etimologia il concetto di "parte", le istituzioni, soprattutto nei loro ruoli esecutivi, devono essere intrinsecamente "di tutti", devono tendere al "bene comune", concetto difficilmente comprensibile e, tanto piú, irrealizzabile quando vengono invece ricoperti da un rappresentante di alto livello di "una parte".
Non dare più per scontato, come accade ora, che ogni ruolo di alto livello, nel governo di una nazione, o di una regione, o anche di una cittá, spetti automaticamente, o addirittura per Statuto, come avviene in alcuni casi, é il primo passo per tendere a quel rinnovamento della Politica ed al ridimensionamento dello strapotere dei partiti che solo potrá ricostruire i corretti rapporti ed una sana e giusta dialettica tra cittadini ed istituzioni, tra elettori e mondo della politica.
Mi auguro vivamente che l'appello di Barca non cada inascoltato, ma trovi numerosi e autorevoli sostenitori, soprattutto tra le giovani leve che si stanno proponendo come rottamatori di una generazione di politicanti che ha visibilmente fallito, dimostrando maggior attaccamento alle poltrone, spesso doppie, piuttosto che al bene del Paese che fino ad oggi hanno governato.

venerdì 12 luglio 2013

Il curioso caso dei sindaci al governo

Non solo Delrio e Zanonato hanno avuto l'arduo compito di accollarsi, oltre all'incarico di Sindaco, anche quello di membri del governo Letta.

Altri due sono infatti i "primi cittadini" che sono entrati, in maniera abbastanza inattesa e, fatemi dire, fortuita tra i ranghi del governo, anche se non in prima fila.
Si tratta del Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, rieletto nel 2011 per quarta volta, e del suo collega, molto meno conosciuto, Walter Ferrazza, primo cittadino di Bocenago, minuscolo comune della Val Rendena, ai piedi delle dolomiti di Brenta.

Il primo è diventato Vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti, in quota PD. Il secondo invece è Sottosegretario alle Presidenza del Consiglio, con delega agli affari Regionali ed alle Autonomie.
Nessuno dei due, pare, ha la minima intenzione di ritirarsi dal ruolo di sindaco. Almeno per ora.
Ma se del primo è risaputa la popolarità, a Salerno, dove nel 2011 ha raccolto al primo turno il 74% dei voti dei concittadini, la storia del secondo personaggio è quanto meno singolare.

doppio incarico Ferrazza
Il sindaco e sottosegretario Ferrazza
L'ingegner Ferrazza, classe 1974, nel 2010 diventa sindaco di Bocenago, un centinaio di case tra i boschi della val Rendena, nemmeno 500 abitanti, anche contando gli orsi che ogni tanto l'attraversano per scendere al torrente ad abbeverarsi.
Molte le passioni di Ferrazza: oltre al golf, anche la caccia. Non di poltrone, proprio di animali, di cui le sue vallate sono piene. Ma non abbastanza, forse, perchè spesso si avventura anche in battute extraregionali.
Proprio durante una di queste, in quel di Modena, cattura la sua preda più importante. O viene catturato, questo non si sa. Si tratta di Benedetta Samorì.
Non un nome qualunque, è la nipote di quell'avvocato Samorì che nel 2012 si propone come alternativa ad Alfano alle primarie del PDL.
Le primarie, come sappiamo non ebbero luogo. Allora, il buon Samorì fonda un partito, il MIR, praticamente una costola del PDL, con cui nel 2013 corre in coalizione per le elezioni politiche.
Anche in Trentino si presenta una lista del MIR, in cui, al terzo posto, compare proprio il Nostro, il sindaco Ferrazza.
La lista non ottiene quella che si può definire una valanga di voti: 1348 (0,43%) in tutto il Trentino. Ma a Bocenago è un tripudio: 51 voti, quasi il 20% (il PD fermo a 37 voti, solo il PDL fa meglio, con 70).
Un successo così non si può dimenticare. Quando, al momento di scegliere lo staff del Governo, quella pletora di vice e di sotto segretari su cui si avventano i partiti, un posticino spetta anche alla costoletta MIR (d'altra parte, 2200 'mi piace' in Facebook non si possono trascurare). Il patron del movimento, l'avvocato Samorì, viene cooptato, ma non se la sente. Forse vuole dedicarsi solo al partito, o forse guarda più lontano. Lui non si è scordato del successo del sindaco di Bocenago, e lo propone al suo posto.
E così, inaspettatamente, il primo cittadino lascia la sua Bocenago, con in mano un biglietto aereo comprato su internet dalla fidanzata Samorì.
Ora il paese è in festa, ne parlano tutti, entusiasticamente: chi se lo sarebbe aspettato un evento simile? a Roma c'è anche un pezzetto di Bocenago. E se il doppio incarico porterà qualche inefficenza, pazienza, sarà ripagata da una attenzione particolare che il sottosegretario alle Autonomie, ne siamo certi, presterà alla sua Bocenago.

mercoledì 3 luglio 2013

Non solo doppi incarichi ...

“No ai doppi incarichi”, per come appare, sembra proteso a pizzicare parlamentari e senatori i quali, avendo ricevuto un mandato nazionale, si ostinano a conservare una scranno territoriale (in comune, provincia o regione). 
E se invece di due incarichi, uno ne colleziona dieci volte tanti (o meglio, per la precisione: 2x12,5 = 25), lo ignoriamo del tutto?

Nella bottega di Mastro Pasqua titola un esilarante articolo di Carlo Bertani che inquadra un personaggio d’altri tempi, un Mastro Don Gesualdo uscito dalla prosa di Giovanni Verga. Che altro aggiungere, se non che queste righe sono vergate non dalla penna e calamaio dello scrittore siciliano, padre del Verismo, ma dalle cronache finanziarie, veritiere, e i tratteggi del fenomeno sono racchiusi nei meandri della ragioneria dello stato.
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La bottega di Mastro Pasqua è un luogo senza-luogo: lo immagineremo - prosegue il racconto di Bertani - sparire da una porticina in un vecchio androne della Roma rinascimentale, quei passaggi che conducono a cortili nascosti, con alberi di limone e cespugli di mirto.
Da lì, ecco che s’apre un nuovo budello, stretto ed ombroso, che termina nella sua bottega: l’Istituto Naturale delle Pensioni Segate (INPS). A dire il vero, per seguire la sua ossessione che rasenta la follia, Pasqua s’è lasciato convincere a seguire ben 25 dirigenze e consulenze, che spaziano da Equitalia al CONI, per giungere a Telecom ed Autostrade per l’Italia, solo per citare le più importanti. A definirlo un uomo in odore di conflitto d’interesse non è l’Almanacco Bolscevico, bensì sono i giornali finanziari più quotati.
La rimozione della morte, che Pasqua crede di vanificare gettandosi nel lavoro, lo condurrà probabilmente a concorrere – insieme ad altri manager di Stato – al concorso “il più ricco del cimitero”. Si vince una tomba in plexiglas con climatizzatore incluso, decorata con rose in plastica coreana: una vera sciccheria.

Ma, quando Mastro Pasqua apre la porta della sua bottega e poi la richiude, lo scatto dell’antica serratura lo fa precipitare nella pace assoluta: lontane sono le ansie, le lotte, i fastidi che ben 25 (!) lavori portano, che non sappiamo se corrisponderanno a 25, diverse, pensioni. Appena giunto saluta la Fornarina la quale, nel retro – in grembiule e ciabatte – è sempre affaccendata con i suoi alambicchi: la poveretta cerca da anni l’elisir di corta vita, e mescola sapientemente erbe e minerali nel mortaio, per poi riprenderle con poca acqua nel crogiolo e distillare, dunque, il tutto.
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Si rimanda alla fonte per la lettura completa dell’articolo:

http://carlobertani.blogspot.it/2013/06/nella-bottega-di-mastro-pasqua.html



domenica 28 aprile 2013

Il "lascia o raddoppia" del Ministro - 2

Ecco finalmente il Governo numero 62.
In 67 anni di Repubblica.
Siamo convinti che una delle ragioni per cui i governi italiani durano poco, rispetto a quelli di altri Stati, stia proprio nella possibilità di ricoprire, contemporaneamente, il ruolo di parlamentare e quello di ministro. Rendendo vulnerabile il governo, proprio perchè i parlamentari hanno la possibilità di far cadere, o ricattare, la maggioranza in cambio di un posto nel governo, di ministro o di sottosegretario, senza compromettere il loro ruolo di parlamentare.
Rendere incompatibili i due incarichi, potrebbe garantire qualche ripensamento in piu', prima di prestarsi al "voto di cambio" (di governo).
Ma veniamo al nuovo governo Letta. E' andata forse un po' meglio di quanto si potesse prevedere: 6 dei neo nominati Ministri non sono Parlamentari o non hanno altri incarichi di nomina politica (almeno in senso stretto, perchè in alcune delle organizzazioni in cui lavorano i magnifici 6, la politica c'entra, eccome).

Ecco chi sono:

  • Emma Bonino, Ministro degli Esteri;
  • Fabrizio Saccomanni (Direttore Generale di Bankitalia), Ministro dell'Economia;
  • Annamaria Cancellieri, Ministro alla Giustizia;
  • Enzo Moavero, Ministro agli Affari Europei;
  • Enrico Giovannini (Presidente ISTAT), Ministro del Lavoro;
  • Carlo Trigilia (Professore Università Firenze), Ministro alla Coesione Territoriale.

Sugli altri 16, tra Senatori, Deputati e Sindaci (ben 2!), c'è di chè preoccuparsi.

Tutti i riferimenti per contattarli e convincerli a "lasciare" anzichè "raddoppiare", li trovate nella pagina dedicata.
Fateci sapere le loro reazioni, se ne avranno!

giovedì 25 aprile 2013

Il "lascia o raddoppia" del Ministro

In questi giorni di "toto-ministri", giorni in cui forse, finalmente, vedrà la luce il primo governo di questa XVII Legislatura, noi di No Doppio Incarico abbiamo un desiderio, anzi, una speranza: che nessuno, tra i Ministri che verranno scelti, ricopra un doppio incarico o che almeno, una volta nominati, quelli che già ricoprono un altro incarico elettivo, qualunque esso sia, vi rinuncino immediatamente.
Non per risparmiare qualche emolumento (peraltro forse già vietato per legge), non perchè assumere due ruoli impegnativi può essere faticoso e uno dei due ne risentirebbe, ma semplicemente perchè il cumulo di cariche elettive o di nomina politica è contrario alla buona politica, quella che si occupa del bene dei cittadini e non degli interessi di potere personali o di partito.
Non appena sarà nota la lista dei Ministri incaricati, segnaleremo in una pagina dedicata ogni cumulo di cariche che li coinvolge e inizieremo a scrivere per convincerli a lasciare ed a mantenerne solo uno.

martedì 12 marzo 2013

Il nuovo Parlamento

Riprendiamo la nostra attività di segnalazione e pressione sui Parlamentari che detengono due o piu' incarichi elettivi.
Il nuovo Parlamento si sta insediando in questi giorni e noi abbiamo iniziato a verificare, uno per uno, tutti i nuovi eletti, cominciando dai senatori, per scovare chi si è candidato ed è stato eletto, pur detenendo un precedente incarico elettivo.
Gli elenchi si stanno completando, un po' alla volta (sono 900 nuovi deputati e senatori da controllare!), per cui tornate ogni tanto a verificare chi sono i nuovi arrivi e, soprattutto, continuate a contattarli, con i riferimenti che vi forniamo, per convincerli a lasciare uno dei due incarichi.
Segnalateci anche ogni mancanza o errore che trovate, in modo da rendere il più possibile aggiornato, completo e corretto questo sito.
Vi aspettiamo!